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Il culmine dell'anno

Il culmine dell'anno

«Che ne sai tu di un campo di grano, poesia di un amore lontano...», cantava un moderno trovatore. E in effetti, se di un campo di grano tu “sai”, con l’accezione che si usa in Campania, quando si dice “Chillo ‘o saccio” (cioè “quello lo conosco”), vuol dire che lo conosci proprio a fondo, ne hai fatto una vera conoscenza, non ne sei solo venuto a sapere qualcosa.

Che c’entra questo con il culmine dell’anno? C’entra, c’entra… Perché non molto tempo fa, il culmine dell’anno era abbastanza allineato al calendario, era circa la metà di maggio. Ma adesso il clima è cambiato, la natura si è anticipata, con qualche eccezione. Le acacie fiorivano a metà maggio e invece oggi, 23 aprile, le ho viste già in boccio. Eppure ci sono ancora qua e là dei bulbi (i miei tulipani un po’ sfioriti) o dei ranuncoli selvatici (sempre freschi)… È fiorito tutto insieme.

E noi che siamo dentro questo macrocosmo, siamo fioriti di botto: impegni che si accavallano, progetti che devono galoppare, sonno di giorno, insonnia di notte e soprattutto blocchi articolari in ogni dove. La risposta è: STOP. Metti in fila i petali, approfitta della notte per riprendere idratazione nel silenzio, un giorno alla volta metterai in ordine tutto, anche il tuo stelo dolorante. E, come un fiore, sboccerai, lo stai già facendo, se riesci a vederti con gli occhi di chi ti vuole bene.

Questo è un momento magico, siamo nel culmine, tutto spinge in alto per creare la struttura su cui si baserà il frutto, poi il resto dell’anno camperà di rendita e porterà a compimento il progetto fondato adesso. Ci sarà tempo per organizzare, ora è importante progettare, cioè proiettare dalla tua mente alla realtà. Il proposito interiore è comunque un’azione e ha tutta l’energia Yang di questo acme per poi costruire nei mesi d’estate e d’autunno. Poi vedremo. Ora concentriamoci sull’oggi e sulle grandi opportunità di questo momento. 

Ma come sintonizzarci con questo culmine, come alimentare questa crescita creativa se non sappiamo bene quando arriva questo apice della maturazione in natura? Non tutti hanno a disposizione un’acacia che gli riveli i quattro/cinque giorni dopo i quali tutto smette di crescere e comincia a fruttificare…

Ma noi “sappiamo” di un campo di grano. Di grano ce ne sono campi interi, qua e là e ogni luogo ha la sua energia e il suo tempo. Trova un campo, vallo a cercare, fermati ad ascoltare il suono che fa, guarda come il vento muove gli steli formando delle onde verdi che cambiano colore. La luce ora è forte e le nuvole proiettano ombre decise su quel mare smeraldo. È così che ci sintonizziamo tra terra e cielo, che sentiamo quale frutto stiamo preparando per il mondo, in quest’anno del Coniglio nero, 2023. Tu questo campo di grano lo “sai”, ce l’hai nel cuore.