Tuina dei campi concentrici

L'alchimia del culmine dell'anno

L'alchimia del culmine dell'anno

L’anno del Serpente è iniziato a fine gennaio 2025 e finirà nel febbraio 2026. A logica, il culmine dell’anno dovrebbe collocarsi a metà di questo lasso di tempo, quindi circa a luglio. Ma nella natura non conta la logica. Le spinte della vita seguono altri flussi, che non sono esattamente riconducibili a una data fissa. Ecco perché ho chiamato questa rubrica “cadenzario“: perché esistono ricorrenze, eventi che ricorrono, ma non le trovi sul calendario.

Il culmine dell’anno, per la tradizione legata alla medicina cinese, corrisponde al momento in cui la spinta delle piante a produrre prima gemme, poi rami, poi fronde, rallenta e si ferma, cominciando a concentrarsi sul frutto. E accade circa intorno alla metà di maggio, un po’ prima o un po’ dopo, in base a come va la primavera. Il grano è l’esempio più a portata di mano, soprattutto per chi viaggia: i mari verdi mossi dal vento sono forse uno degli spettacoli più suggestivi per coloro che “ne sanno di campo di grano”, come commentavo in un post di due anni fa, quando il Coniglio nero, di Acqua, ispirava la poesia.

Ma ora il culmine dell’anno 2025 si colora di verde, il colore dell’elemento Legno, in comune con l’anno scorso, il Drago, che ha cominciato un nuovo ciclo di dodici anni. E il “piccolo Drago“, ossia il Serpente, porta avanti i nuovi progetti di vita, i nuovi individui che siamo diventati, volenti o nolenti, a seconda di come abbiamo affrontato il Drago, subendolo o cavalcandolo, o tutte e due le cose insieme, seguendo la sua evoluzione.

Perché il culmine dell’anno è così importante? Perché si deve fare tutto entro adesso sennò poi perdiamo l’attimo giusto? Non si tratta di un’azione esterna, ma di un’azione interiore. È più una rivelazione. Come recita un detto zen: “Si può stare una vita davanti alla Luna, ma la vediamo soltanto quando apriamo gli occhi”. Il culmine dell’anno è questo passaggio dall’esterno all’interno, dallo Yang della spinta estrema verso il cielo, allo Yin del nutrimento che diamo ai nostri progetti, al nostro essere in terra, affinché diano frutto.

Sembra tutto uguale, eppure un campo di grano dopo il culmine non cambia solo colore: cambia suono. L’alchimia della natura ci invita a porci in ascolto dei suoni che cambiano dentro di noi: il rumore che fanno le forme vuote rispetto a quelle piene, come le spighe di grano senza semi rispetto a quelle che daranno frutto; l’attrito con linee che non coincidono con le nostre, imperiosamente divergenti; il respiro affannoso dietro maschere che nascondono il nostro nuovo volto. 

E l’alchimia più completa del magico Serpente verde sarà darci il coraggio di strappare le maschere e guardare il nuovo sole di questo nuovo maggio. Al Legno, nel sistema delle corrispondenze della medicina cinese è collegata la primavera e anche gli occhi. L’opportunità del culmine dell’anno è proprio cambiare occhi e passare dal guardare al vedere.