L’alchimia del culmine dell’anno
C’è un momento magico intorno alla metà di maggio. Il grano, che non ha fatto che protendersi il più possibile verso il cielo, a un certo punto si ferma e comincia a trasformarsi in… oro.
C’è un momento magico intorno alla metà di maggio. Il grano, che non ha fatto che protendersi il più possibile verso il cielo, a un certo punto si ferma e comincia a trasformarsi in… oro.
L’anno del Drago è arrivato al culmine della sua fase espansiva: esattamente come accade al grano, prossimo alla mietitura.
Tra maggio e giugno anche le nostre prove, i nostri progetti, volenti o nolenti, sono giunti a una maturazione.
Il Drago ha affondato i suoi artigli nelle nostre profondità e come una draga meccanica ha raccolto dal fondo sedimenti fermi da almeno dodici anni.
C’è chi ha tirato fuori risorse preziose rimaste inespresse, chi macigni che bloccavano il proprio percorso.
Ora, tra un “dragaggio” e l’altro, siamo davanti al primo raccolto.
C’è un momento dell’anno in cui il grano raggiunge l’estensione massima verso il cielo, il verde comincia a schiarire fino a diventare sulle cime quasi bianco. E al vento emette un suono simile al mare…
Allora la pienezza dei nostri progetti e propositi è raggiunta. Ci metteremo magari il resto dell’anno a realizzarli, ma se sappiamo ascoltare quel suono, sappiamo anche che dentro di noi tutto è compiuto.